• Bicicletta: mtb
  • Difficoltà: ***
  • Distanza: 44 km
  • Differenza altimetrica: 186 m
  • Ascesa totale: 862 m
  • Discesa totale: 863 m

L’itinerario ripercorre parzialmente i luoghi in cui, dalla seconda metà dell’Ottocento fino al 1970, si estraeva la marna da cemento. Una fascia di territorio quella del Casalese in cui è presente la pietra calcarea che consentì l’affermazione di Casale Monferrato come capitale nazionale dell’industria dei leganti: calce e cemento. Numerose furono le miniere, diffuse tra  Coniolo, Ozzano M.to, Quarti di Pontestura, Vialarda e Rolasco frazioni di Casale Monferrato, San Giorgio M.to e Brusaschetto.  In quest’area sono ancora visibili i “Pozzoni”, che testimoniano la presenza delle miniere, oltre a vari piloni delle teleferiche che trasportavano la marna. La valorizzazione del patrimonio industriale del distretto del cemento è perseguita dall’Associazione “Il Cemento”, che riunisce sette Comuni del Monferrato Casalese, così come l’Associazione “OperO” di Ozzano Monferrato. E a Coniolo l’esposizione presente nel Museo Etnografico “Il paese che visse due volte” rivela la vicenda straordinaria di un paese che nel 1910 subì la drammatica scomparsa della parte bassa, dovuta ad una sconsiderata attività estrattiva nel sottosuolo. Sparirono 84 edifici, la chiesa di S. Eusebio e la villa-castello dei Fassati. Poi la ricostruzione a monte.
Ma il Monferrato è stato interessanto anche da un’altra attività estrattiva, che si è sviluppata nelle aree di affioramento della  Pietra da Cantoni, marna originata da sedimenti marini, una delle pietre da costruzione mioceniche più pregiate, straordinariamente lavorabile e compatta, per questo utilizzata per la produzione di manufatti per l’edilizia.  Allo scopo di recuperare e valorizzare la Pietra da Cantoni e il paesaggio monferrino è stato istituito l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, la cui sede è a Cella Monte.
Il percorso qui presentato prende avvio da Casale Monferrato, da Largo dei Minatori, strada che costeggia la Furnasetta, reperto di archeologia industriale molto ben conservato, di proprietà della Buzzi-Unicem. Si tratta di un forno per la produzione di calce idraulica che risale alla seconda metà dell’Ottocento. Il percorso prosegue in direzione di piazza Castello dove, seguendo il sentiero che costeggia l’imbarcadero del fiume Po, si giunge al “Percorso Kintana”, presente nel Bosco della Pastrona. Dal bosco, attraversando il Canale Lanza, inizia il “Sentiero del Trenino dei Minatori” , titolo che ricorda come qui un tempo vi passava il trenino su rotaie, una piccola locomotiva a vapore che portava la marna estratta dalle miniere di Coniolo e Vialarda. Il sentiero ora termina sul ponte del Rio Sanguinolento dove, dopo 600 m., si gira a destra, costeggiando i verdi campi del Golf Club Monferrato.
Si percorre poi via dei Minatori, strada asfaltata che porta a Coniolo Bricco. In paese  è possibile visitare il museo etnografico “Coniolo, il paese che visse due volte” (rif. Comune). Si prosegue in direzione della chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta e a Sant’Eusebio. Qui si trova il Belvedere: una terrazza panoramica che consente di osservare un ampio panorama sulla pianura sottostante. Si scende quindi verso il fiume attraverso la Strada Comunale del Porto Vecchio, strada bianca che conduce ove un tempo vi era l’abitato di Coniolo Basso Antico, interessato dal crollo ad inizio Novecento che portò alla drammatica scomparsa del borgo. Qui si notano i resti della teleferica che trasportava il materiale da Coniolo a Morano sul Po e vi sono alcune cave ormai chiuse. Si risale verso la frazione Zerbi e poi in direzione della SP 7, dove, a lato, si trova esposto un trenino con vagoni originali dell’epoca. Si arriva a Vialarda per poi raggiungere Quarti di Pontestura e poi a Rollini, luoghi che furono anch’essi interessati dall’intensa attività estrattiva.
Si prosegue su sterrato per via Piccaluga, si costeggia l’ex osservatorio astronomico -  Cascina Moncia - e si svolta a sinistra in direzione della tenuta “Il Galletto”. Qui il sentiero prosegue scendendo verso il Pozzone Biandrà (posta nel bosco sulla nostra destra) e poi, più sotto, si costeggia il  Pozzone Ecola. In breve si giunge a transitare di  fianco al campo da motocross di Vialarda. Da qui si prosegue su SP7, per Villa Sordi, dove, proprio di fronte si prende la strada bianca sita a sinistra che sale a Rolasco.
Anche a Rolasco è possibile osservare elementi di archeologia industriale come i piloni e il  ponte della teleferica, ma si trova anche il “Sacrario dei Minatori” posto nella chiesa dedicata ai Santi Clemente e Barbara. Ai due lati dell’ingresso lapidi a forma di croce recano, incisi, i nomi di 140 minatori vittime del lavoro in miniera.
Lasciato il Sacrario, si torna indietro in salita per circa 1 km. fino ad bivio, riconoscibile per la presenza un totem dell’associazione “Il Cemento” che descrive ciò che incontra nel percorso dedicato al cemento. In questo punto si segue dunque a destra su strada bianca fino a svoltare a sinistra, in località Sinaccio, su strada Fontanola che scende a Ozzano Monferrato.  Sulla strada si trovano ancora una serie di punti di interesse legati alla storia del cemento, che, in ordine di passaggio sono:  galleria Verro, pozzone Cavallera, alloggi dei cavatori, stabilimento Unione Cementi Marchino e, in fondo alla via, lo stabilimento Milanese e Azzi e poi, in Largo Artigianato, la Cementi Bergamo. A Ozzano, in località Rivara, era operativa anche la Cementi Giovanni Rossi, struttura oggi ceduta al Comune di Ozzano Monferrato. Il giro prosegue su via G. d’Annunzio, risalendo la collina verso via Avallano. Alla Cappelletta dell’Assunta si gira a destra per strada Baldovina. Giunti in strada Salita Sant’Anna, si svolta a sinistra in direzione Cascina Brezza e si prosegue su sterrata fino a strada Pontestura e poi su SP 7 fino al Ronzone, quartiere di Casale Monferrato, area della citta dove vi erano gli stabilimenti cementizi. Il giro ora segue le ciclabili del Parco Eternot, arrivando in  in centro città, dove, seguendo la traccia Gpx, si passa prima dal Paraboloide (edificio originariamente utilizzato per la lavorazione ed il deposito del clinker necessario per la produzione del cemento), poi alla nuova sede della Buzzi Unicem, colosso mondiale del cemento.
Si torna infine al luogo di partenza, passando da corso Valentino e da via Giovanni Bosco.