Sin dall’alto Medioevo il percorso della Via Francigena (itinerario di 1600 km) è stato seguito dai pellegrini di tutta l’Europa del centro nord per raggiungere Roma, cuore della cristianità: nel 990 fu descritto in 79 giorni da Sigerico, tornando a Canterbury da Roma dopo l’investitura del pallio arcivescovile. Il suo diario è quindi la più autentica testimonianza del tracciato che nel 2004 il Consiglio d’Europa ha dichiarato “Grande Itinerario Culturale Europeo”, analogamente al Cammino di Santiago de Compostela in Spagna.
Per i pellegrini, a piedi o in bicicletta, è previsto un documento di viaggio, o credenziale, che distingue un vero pellegrino da un comune viaggiatore. La credenziale identifica chi è il pellegrino, dove è stato ed in che direzione sta andando. Viene rilasciata da un'autorità religiosa: in Italia dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella. E’ forntia a titolo gratuito, ma chi decide di richiederla deve accettarne anche il senso spirituale oltre che programmare un viaggio all'insegna della sobrietà e della condivisione negli ostelli e nelle recettività religiose.
Il percorso avviene su strade secondarie e in molti tratti su strade bianche, si consiglia quindi l’utilizzo di una bicicletta adatta alle escursioni fuori strada, opportunamente attrezzata da viaggio.
Per chi volesse organizzare il viaggio dal Gran San Bernardo giungendo in treno ad Aosta, informiamo che sul sito www.savda.it si trovano informazioni relative al trasporto pubblico locale. Sul sito vi è scritto che: “E' ammesso il trasporto delle biciclette, per quanto possibile, contro il pagamento di metà del biglietto della corsa semplice, così come previsto dall’art. 23, comma 2, della L.R. 29/1997”.
Il percorso qui descritto parte dal confine Svizzera – Italia, dal valico del Gran San Bernardo, posto a 2473 m., da dove, dopo ben 40 km di discesa, si arriva ad Aosta.
Dal capoluogo della regione alpina il percorso è sempre in leggera discesa e la strada corre per la maggior parte su piacevoli ciclabili di fondo valle che seguono il fiume Dora Baltea.
Si giunge a Saint Vincent dopo altri 30 km. Si scende ancora verso la vallata centrale passando da Issogne, Arnad e Bard, per poi transitare da Pont Saint Martin, dove si lascia la Valle d’Aosta per entrare in Piemonte. Il percorso continua seguendo sempre le acque della Dora Baltea, che strada facendo si fa via via più grande. Si lascerà il fiume a Ivrea, dove si percorrerà un bellissimo tratto dell’anfiteatro morenico di Ivrea creato dal ritiro del ghiacciaio balteo, una delle conformazioni geologiche di origine glaciale meglio conservate al mondo, punteggiato da laghi e caratterizzata dal lungo profilo della Serra. In questo territorio il percorso francigeno coincide per lunghi tratti con la Strada Reale dei Vini Torinesi: da non perdere, quindi, una degustazione delle famose DOC Carema, Canavese, Erbaluce e Passito di Caluso. Dai colli del Canavese, abbandonato il lago di Viverone, si passa alla media pianura di Santhià per poi, montagne alle spalle, pedalare nelle “Terre d’Acqua”: una grande gimcana di strade tra le risaie del vercellese.
Giunti alla “Capitale del Riso Europea” il percorso si sdoppia: quello ufficiale di Sigerico si dirige in Lombardia, a Robbio, Mortara, Garlasco fino a Pavia, mentre quello che presentiamo qui passa, seguendo sempre i confini del fiume Sesia e, a Casale Monferrato, a del fiume Po. E’ noto che i viaggiatori in antichità preferivano viaggiare costeggiando i corsi d’acqua, nel Medioevo il suolo europeo era ricoperto da un grande manto forestale, luogo insicuro dove era facile imbattersi in pericolosi ladri e briganti, quindi i viaggiatori, tra cui i pellegrini, privilegiavano, nei loro brevi spostamenti, vallate aperte o alvei dei grandi fiumi, quest’ultimi anche per il motivo pratico del rifornimento d’acqua, indispensabile per dissetare chi si spostava a piedi o a cavallo.
Da Casale Monferrato il percorso segue il corso del Po per tutto il suo tratto fino a Pavia, passando Valenza, Bassignana e Molino dei Torti, dove si entra in territorio lombardo fino ad attraversare nuovamente il fiume Po a Bottarone. Da Mezzana Corti ci separano dal fine tappa una decina di chilometri fino a Borgo Ticino, per incontrare nuovamente un altro fiume, il Ticino posto alle porte della città di Pavia.
Qui i due percorsi si uniscono per proseguire in Emilia Romagna a Calendasco, antico porto romano sul fiume Po, meta di molti viaggiatori. Si prosegue per Piacenza, Fidenza e poi verso il Passo della Cisa sull’Appennino Tosco Emiliano per poi attraversare la Toscana attraverso Massa, Lucca e Siena. Giunti in Lazio si attraversa il lago di Bolsena, Viterbo e infine la Città eterna, Roma con meta finale al Vaticano. Qui i pellegrini del XXI secolo possono recarsi presso gli Uffici della Sagrestia della Basilica di San Pietro, dove, presentando le credenziali di viaggio, potranno ritirare il “Testimonium Peregrinationis”, una sorte di attestato di partecipazione al pellegrinaggio religioso.