Questo percorso attraversa le terre dove si producono il Ruchè di Castagnole Monferrato D.O.C.G. e di Malvasia di Casorzo D.O.C.
Il Ruchè è un vitignoRuchè and Malvasia DOC tour autoctono dei più rari tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano. Incerta la sua origine, secondo tradizione deriverebbe da un vitigno importato dalla Borgogna da monaci che lo impiantarono vicino al convento oggi scomparso di San Rocco di Castagnole Monferrato. L’incertezza sulla sua origine e sul suo nome, gli ha assegnato l’appellativo di “vino del mistero”. I terreni calcarei, asciutti, con elevata insolazione della sua zona di produzione regalano un vino di alta qualità, ma prodotto in quantità limitata. Destinato in passato al consumo famigliare: era il vino delle ‘grandi occasioni’, offerto alle persone più care. Dalla D.o.c. del 1987 alla Docg del 2010, il Ruchè, dal colore rosso rubino non troppo carico e dal profumo intenso ed originale è promosso dall’Associazione Produttori del Ruchè.
Il vino Malvasia di Casorzo D.O.C. è una delle tante piccole eccellenze del ricchissimo patrimonio enologico del Monferrato. E’ prodotto in una piccola zona a cavallo tra le province di Asti e Alessandria. Il vitigno fa parte della numerosa famiglia delle malvasie, oggi diffuse in tutti i paesi del Mediterraneo, sia nelle varietà e bacca bianca che rossa e con caratteristiche più o meno aromatiche. L’uva malvasia è di origine greca e proviene dalla lontana isola di Creta, in Egeo. Il nome, invece, deriva da una località costiera del Peloponneso, Monemvasia, che in passato era il porto commerciale da cui partivano i vini greci per raggiungere i principali scali del Mediterraneo.
Nel percorso tra Casorzo e Grana si arriva a far visita al Bialbero, una stranezza della natura. Un gelso che ospita sulla sua sommRuchè and Malvasia DOC tourità un albero di ciliegio che ha messo radici nel suo tronco semi-cavo, crescendo in buona salute. Si potrebbe trattare di semi di ciliegio lasciati sulla sommità del gelso da piccoli animali che, grazie alle piogge e alle condizioni ambientali favorevoli, sono riusciti a crescere dando vita alla pianta che, adattandosi, ha preso forma in un ciliegio di oltre sei metri, che si innesta su un gelso di cinque. Questo “Bialbero” è il più longevo d’Europa. Non mancate a farvi visita in primavera: le due fioriture, quella del ciliegio e quella del gelso sono sicuramente da non perdere.
Partenza da Altavilla Monferrato, dalla località Cittadella, dove si può ammirare il Museo dei Tramways a vapore ed elettrici. Si inizia a pedalere in salita, in direzione di Altavilla centro, e al secondo tornante si prende lo sterrato sulla destra che porterà in paese.
Giunti alla chiesa di Sant’Anna, si gira a sinistra in via IV Novembre, dove c’è una fontanella d’acqua. In fondo alla via si gira a destra e si entra nel vivo del percorso sterrato attraversando le vigne del Malvasia fino a Casorzo. Giunti in paese, si passa davanti alla Cantina Sociale dove, volendo, si può degustare la Malvasia di Casorzo Doc. Di nuovo in marcia, si prosegue per Grazzano Badoglio. Passato il semaforo e la piazza, si volta a sinistra ancora in via IV Novembre per uscire dal paese e scendere, attraverso strade tra i vigneti, sulla SP 38. Poco dopo si vede sulla sinistra l’indicazione del Bialbero.
Si riparte per Grana e ai piedi della salita si volta a destra e poi, dopo qualche pedalata, si gira a sinistra per raggiungere i tornanti in salita verso il paese di Grana.
Usciti dal paese in direzione per Montemagno, alla prima curva a gomito sulla destra si trova una strada sterrata da percorrere in discesa, passando così tra vitigni di Ruchè. Giunti in fondo valle, si gira a destra e poi subito a sinistra in salita arrivando sulla SP 94. Qui si gira a destra e si segue fino a raggiungere la panchina gigante: la Big Bench n. 51. Dopo aver goduto di questo punto panoramico, si riparte dritti fino al secondo sterrato sulla sinistra, lo si deve percorrere scendendo fino al fondo valle e poi raggiungere le Cascine Gioia di Scurzolengo. Giunti alla SP 14 si segue in direzione di Asti per circa mille metri, poi si gira su sterrata a sinistra. Tenere la strada centrale senza spaventarsi troppo per il fondo sconnesso (è una strada provinciale!). Proseguendo si supera prima un’azienda agricola, poi la cappella di San Rocco e Madonna di Fatima per raggiungere l’asfalto su SP 14. Andando verso il centro paese, si transita di fronte alla Cantina Sociale del Ruchè, dove – volendo - ci si può fermare per effettuare una degustazione del pregiato vino.
Ripartendo in direzione del centro di Castagnole Monferrato, capitale del vino Ruchè, si giunge in piazza Statuto, dove vi si trova il Municipio. Dietro la chiesa di San Martino si segue via Al Castello che consente di effettuare un panoramico giro turistico intorno al borgo.
Di ritorno nella piazza centrale, si segue l’indicazione per Montemagno, al bivio si gira a destra in discesa in via San Sebastiano da dove un sentiero porta a Montemagno. Si aggira il castello e si scende per attraversare la SP 14 e percorrere la strada bianca fino a Viarigi, con riconoscibile per la sua bella Torre dei segnali. Si esce dal paese da “Strada Balenga” e si prosegue fino ad arrivare su strada per Franchini. Si volta a sinistra e poi a destra sullo sterrato che porta sulla SP 50. Qui si volta a sinistra e alla rotonda che si incrocerà si trova il punto di partenza.
Questo percorso attraversa le terre dove si producono il Ruchè di Castagnole Monferrato D.O.C.G. e di Malvasia di Casorzo D.O.C.
Il Ruchè è un vitigno autoctono dei più rari tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano. Incerta la sua origine, secondo tradizione deriverebbe da un vitigno importato dalla Borgogna da monaci che lo impiantarono vicino al convento oggi scomparso di San Rocco di Castagnole Monferrato. L’incertezza sulla sua origine e sul suo nome, gli ha assegnato l’appellativo di “vino del mistero”. I terreni calcarei, asciutti, con elevata insolazione della sua zona di produzione regalano un vino di alta qualità, ma prodotto in quantità limitata. Destinato in passato al consumo famigliare: era il vino delle ‘grandi occasioni’, offerto alle persone più care. Dalla D.o.c. del 1987 alla Docg del 2010, il Ruchè, dal colore rosso rubino non troppo carico e dal profumo intenso ed originale è promosso dall’Associazione Produttori del Ruchè.
Il vino Malvasia di Casorzo D.O.C. è una delle tante piccole eccellenze del ricchissimo patrimonio enologico del Monferrato. E’ prodotto in una piccola zona a cavallo tra le province di Asti e Alessandria. Il vitigno fa parte della numerosa famiglia delle malvasie, oggi diffuse in tutti i paesi del Mediterraneo, sia nelle varietà e bacca bianca che rossa e con caratteristiche più o meno aromatiche. L’uva malvasia è di origine greca e proviene dalla lontana isola di Creta, in Egeo. Il nome, invece, deriva da una località costiera del Peloponneso, Monemvasia, che in passato era il porto commerciale da cui partivano i vini greci per raggiungere i principali scali del Mediterraneo.
Nel percorso tra Casorzo e Grana si arriva a far visita al Bialbero, una stranezza della natura. Un gelso che ospita sulla sua sommità un albero di ciliegio che ha messo radici nel suo tronco semi-cavo, crescendo in buona salute. Si potrebbe trattare di semi di ciliegio lasciati sulla sommità del gelso da piccoli animali che, grazie alle piogge e alle condizioni ambientali favorevoli, sono riusciti a crescere dando vita alla pianta che, adattandosi, ha preso forma in un ciliegio di oltre sei metri, che si innesta su un gelso di cinque. Questo “Bialbero” è il più longevo d’Europa. Non mancate a farvi visita in primavera: le due fioriture, quella del ciliegio e quella del gelso sono sicuramente da non perdere.
Partenza da Altavilla Monferrato, dalla località Cittadella, dove si può ammirare il Museo dei Tramways a vapore ed elettrici. Si inizia a pedalere in salita, in direzione di Altavilla centro, e al secondo tornante si prende lo sterrato sulla destra che porterà in paese.
Giunti alla chiesa di Sant’Anna, si gira a sinistra in via IV Novembre, dove c’è una fontanella d’acqua. In fondo alla via si gira a destra e si entra nel vivo del percorso sterrato attraversando le vigne del Malvasia fino a Casorzo. Giunti in paese, si passa davanti alla Cantina Sociale dove, volendo, si può degustare la Malvasia di Casorzo Doc. Di nuovo in marcia, si prosegue per Grazzano Badoglio. Passato il semaforo e la piazza, si volta a sinistra ancora in via IV Novembre per uscire dal paese e scendere, attraverso strade tra i vigneti, sulla SP 38. Poco dopo si vede sulla sinistra l’indicazione del Bialbero.
Si riparte per Grana e ai piedi della salita si volta a destra e poi, dopo qualche pedalata, si gira a sinistra per raggiungere i tornanti in salita verso il paese di Grana.
Usciti dal paese in direzione per Montemagno, alla prima curva a gomito sulla destra si trova una strada sterrata da percorrere in discesa, passando così tra vitigni di Ruchè. Giunti in fondo valle, si gira a destra e poi subito a sinistra in salita arrivando sulla SP 94. Qui si gira a destra e si segue fino a raggiungere la panchina gigante: la Big Bench n. 51. Dopo aver goduto di questo punto panoramico, si riparte dritti fino al secondo sterrato sulla sinistra, lo si deve percorrere scendendo fino al fondo valle e poi raggiungere le Cascine Gioia di Scurzolengo. Giunti alla SP 14 si segue in direzione di Asti per circa mille metri, poi si gira su sterrata a sinistra. Tenere la strada centrale senza spaventarsi troppo per il fondo sconnesso (è una strada provinciale!). Proseguendo si supera prima un’azienda agricola, poi la cappella di San Rocco e Madonna di Fatima per raggiungere l’asfalto su SP 14. Andando verso il centro paese, si transita di fronte alla Cantina Sociale del Ruchè, dove – volendo - ci si può fermare per effettuare una degustazione del pregiato vino.
Ripartendo in direzione del centro di Castagnole Monferrato, capitale del vino Ruchè, si giunge in piazza Statuto, dove vi si trova il Municipio. Dietro la chiesa di San Martino si segue via Al Castello che consente di effettuare un panoramico giro turistico intorno al borgo.
Di ritorno nella piazza centrale, si segue l’indicazione per Montemagno, al bivio si gira a destra in discesa in via San Sebastiano da dove un sentiero porta a Montemagno. Si aggira il castello e si scende per attraversare la SP 14 e percorrere la strada bianca fino a Viarigi, con riconoscibile per la sua bella Torre dei segnali. Si esce dal paese da “Strada Balenga” e si prosegue fino ad arrivare su strada per Franchini. Si volta a sinistra e poi a destra sullo sterrato che porta sulla SP 50. Qui si volta a sinistra e alla rotonda che si incrocerà si trova il punto di partenza.