Una mondina (dal verbo "mondare", pulire) era una lavoratrice stagionale delle risaie prima dell’avvento delle macchine della fine degli anni ’50.
Il lavoro si svolgeva durante il periodo di allagamento dei campi, effettuato dalla fine di aprile agli inizi di giugno per proteggere le delicate piantine del riso, durante le prime fasi del loro sviluppo, dall’escursione termica tra il giorno e la notte. Il lavoro consisteva nel trapianto in risaia delle piantine e nella monda del crodo, una pianta infestante in risaia. Le condizioni di lavoro delle Mondine erano molto dure: l'orario era pesante e la retribuzione delle donne era molto inferiore a quella degli uomini. Questo fece crescere il malcontento che, nei primi del ‘900 sfociò in agitazioni e in tumulti. La principale rivendicazione, ben riassunta dalla canzone: “Se otto ore vi sembran poche”, simbolo delle rivendicazioni salariali che nel 1909 portarono alla definizione di un accordo a Vercelli, per le 8 ore e 30 minuti, con l'impegno delle 8 ore per il 1910. Si concluse così la prima lotta, che si può definire storica, delle mondine e dei braccianti vercellesi, i quali, primi in Italia conquistarono le 8 ore di lavoro.
Per rievocare l’epoca passata delle Mondine, che spesso si dirigevano in risaia in bicicletta, sono stati studiati da Fiab Monferrato Bike di Casale Monferrato, una serie di percorsi che si snodano su alcune delle “Strade del Riso del Vercellese”. L’itinerario qui presentato vuole far conoscere alcuni punti storici che ricordano quel periodo.
Si parte da Morano sul Po, comune del Monferrato posto al confine con il Vercellese, iniziando qui il percorso che per la quasi totalità attraversersa il territorio del “mare a quadretti”, definizione che ben descrive l’immagine delle grandi distese dei camere di risaia allagate in primavera. Si giunge poi alla frazione di Due Sture, segue un primo tratto su strade bianche verso regione San Giovanni: si supera la cascina e si percorre, tra le risaie, una carreggiata agricola fino alla frazione Saletta. Tra le risaie spesso si seguono i cosiddetti “drittoni”, cioè le strade dritte a confine del campo coltivato, spesso interminabili. Dalla Saletta si giunge a Costanzana per poi procedere verso il Santuario Madonna delle Grazie e poi - su strada per Desana - dopo Cascine Lamporo, si volta a destra per l’arrivo a Desana, paese che conserva un bel castello con parco.
Dal paese ci si dirige verso Lignana e poi su Strada delle Grange si volta in direzione della Grangia di Veneria. In questo sito nel 1938 con la proprietà dell’Istituto Finanziario Industriale, di cui era presidente Giovanni Agnelli, ci fu una ristrutturazione che permise di ospitare più di 800 mondine. Terminata la guerra, dalla quale Veneria uscì miracolosamente indenne, la tenuta salì agli onori del cinema italiano grazie memorabile film che GiuseppeDe Santis girò in parte in questo sito nel 1948: ”Riso Amaro“. Protagonisti della pellicola gli attori Silvana Mangano, Raf Vallone e Vittorio Gassman. Dal luogo “cult” per la posa sensuale di Silvana Mangano in risaia, si percorre una strada bianca che costeggia il fabbricato fino ad arrivare a Ronsecco, dove si trova una trattoria che nel menu propone uno dei piatti tipici del vercellese: la Panissa, un risotto con fagioni e salame d'la duja. Da piazza Vittorio Veneto si gira a sinistra su via Giulio Pasta. Giunti al bivio successivo si intraprende a destra una strada bianca. Arrivati su SP 34, si volta per la bella Grangia di Darola, grande e storico cascinale a corte chiusa, e poi ancora a destra su strada bianca fino alla SP 1. Si volta a sinistra e poi subito a destra in direzione Castelmerlino. Al termine del “drittone” si svolta a sinistra e si giunge nel “paese fantasma” di Leri Cavour, ex residenza estiva del Conte Camillo Benso di Cavour. Proseguendo sempre dritti si entra nella strada che circonda la ex centrale termoelettrica “Galileo Ferraris”. Si gira a destra e la si percorre fino a che sulla destra si vedrà una strada sterrata che esce dal circuito. Pochi metri e si giunge alla Tenuta Colombara, nota per il rinomato e premiato Riso Acquarello. Qui si può cogliere l’occasione per visitare (su prenotazione) il Museo della Civiltà Contadina. Attorno all’aia si aprono gli spazi abitativi delle mondine, coi loro pagliericci, oggetti e suppellettili che accompagnavano la dura vita di queste donne. Sembra che il tempo non sia mai passato!
Si prosegue per per Fontanetto Po dove si trova l’antica riseria Mulino San Giovanni, le cui macchine funzionano con la forza motrice dell’acqua. In questo sito, musealizzato e visitabile su prenotazione, è possibile comprendere i processi di coltivazione e di lavorazine del riso.
Di nuovo in sella si prosegue costeggiando canali e risaie fino a Palazzolo Vercellese e poi alla vicina Trino, città a confine tra il Monferrato e il Vercellese. Il percorso prosegue per l’ultima visita, in direzione del fiume Po, verso Camino, dove, appena prima del ponte si volta a sinistra per la Grangia di Pobietto: si tratta di una grande tenuta agricola, storicamente parte di una rete di tenute legate alla Grangia di Lucedio dove si trova anche una delle sedi del Parco del Po. Anche in questo luogo è presente il “Museo della Civiltà Risicola e dell'Ambiente di Pianura”, allestito nell’ex dormitorio delle mondine.
Il viaggio, in onore alle mondine, è quasi giunto al termine, ma prima della conclusione si dovrà pedalare su un particolare sentiero tra le risaie: dall’argine del fiume Po si transita, su un ciglio di terra da percorrere, quasi come equilibristi, sul confine tra bosco e risaia per un centinaio di metri. Terminato il sentiero si raggiunge una comoda strada sterrata che, passando tra i boschi, porta all’abitato di Morano sul Po e alla fine del giro.