Umberto Eco è stato uno scrittore, critico letterario, semiotico e professore universitario italiano. Conosciuto in tutto il mondo, in particolare per il suo celebre romanzo del 1980 “Il Nome della Rosa”, un romanzo giallo storico che unisce semiotica alla narrativa con l’analisi biblica, gli studi medievali e la teoria letteraria. Fu best seller internazionale, tradotto in 47 lingue, con trenta milioni di copie vendute. In questo romanzo - che divenne anche un film nel 1986, record d’incasso in Italia con la partecipazione di Sean Connery - Umberto volle inserire anche un personaggio delle sue terre, il predicatore e teologo francescano Ubertino da Casale (Casale Monferrato 1259 – 1230).
Nato il 5 gennaio 1932 in Piemonte, nella città di Alessandria, Umberto da bambino passava ore nella bottega del nonno dove iniziò ad avvicinarsi alla letteratura. Negli anni decisivi della seconda guerra mondiale era sfollato con la famiglia a Nizza Monferrato, cittadina rurale dove il giovane Umberto visse i momenti più felici e giocosi della sua infanzia, insieme a tanti altri suoi amici coetanei all’Oratorio Don Bosco. Dopo la guerra, tornato ad Alessandria con la famiglia, conseguì la maturità al Liceo Classico “Giovanni Plana “ e si unì ad un’organizzazione cattolica di cui divenne un leader nazionale. Tuttavia, lasciò l’incarico nel 1954 durante alcune proteste contro la politica conservatrice di Papa Pio XII. Nel periodo universitario divenne ateo: nota la sua ironica frase: “Si può dire che Tommaso d’Aquino mi abbia miracolosamente curato dalla fede”.
Visse i suoi ultimi anni a Milano, dove il 19 febbraio 2016 si spense all’età di 84 anni.
Sia Alessandria, la sua città natale, che Nizza Monferrato, dove Umberto continuò a rimanere in contatto con i suoi amici d’infanzia, lo hanno ricordato e noi, in questa guida, dedichiamo al grande scrittore un percorso che tocca i luoghi della sua infanzia: da Alessandria a Nizza Monferrato.
Si parte da Alessandria dalla piccola piazza Giuseppe Fanunza, vicino a via Marengo, dove si trova un parcheggio. Ci si dirige per via Montegrappa, dove, al n. 7, Umberto visse gli anni della gioventù con la famiglia. A pochi metri, sulla destra, si trova il Liceo Classico “Giovanni Plana “ che da tempo si richiede venga titolato alla memoria dell’illustre scrittore che qui si diplomò. Il viaggio prosegue in città fino alla Biblioteca Civica “Francesca Calvo”, in piazza Vittorio Veneto, dove, vicino all’ingresso, si trova il monumento luminoso che la Città ha commissionato all’artista Marco Lodola, come doveroso all'illustre scrittore alessandrino.
Le strade del percorso proseguono nel tessuto urbano, come da indicazione della traccia Gpx, fino ad uscire dalla città costeggiando il fiume Tanaro, su via vecchia Bagliani in direzione della frazione Casalbagliano seguendo piccole e tranquille stradine pianeggianti. Solo 3 km. dopo si trova un’altra frazione di Alessandria, Villa del Foro, luogo importante dal punto di vista storico architettonico. Di Villa del Foro si hanno notizie fin dai tempi antichi, fu un importante centro in epoca preistorica e protostorica come dimostrano i numerosi ritrovamenti: nelle vicinanze sono state trovate alcune tombe risalenti alle culture proto-celtiche dei Liguri e propriamente Celtiche durante l'età del ferro. Divenne poi un insediamento romano con il nome di Forum Fulvii per decadere in epoca medioevale. Continua il percorso dedicato alle strade che la famiglia Eco affrontò, quelle secondarie, per dirigersi in Monferrato. Il paese successivo è Oviglio, piccolo borgo dove ogni anno a fine agosto si celebra la famosa “Sagra dei Pen”, prelibata tipicità ovigliese, con tanto di marchio De.Co., che a prima vista ricorda una polpetta o uno gnocco oblungo. Della sua ricetta, segreta ai più, ben poco si sa se non che è preparata con un impasto di pane grattugiato, trito di lardo e prosciutto, formaggio grana, uova, prezzemolo ed aglio, e servita al sugo di carne. Da visitare il Castello e la Parrocchiale dei Santi Felice e Agata. Si prosegue arrivando a Incisa Scapaccino, in provincia d’Asti, dove a fine ottobre si celebra la Sagra del Cardo Gobbo. Il percorso cicloturistico prosegue ancora per 4 km. ca., giungendo così a destinazione: Nizza Monferrato, luogo dove, durante la seconda guerra mondiale, la famiglia Eco si ritirò. Si entra proprio in Viale Don Bosco, dove la famiglia di Umberto abitava (al civico 4) e dove giocava in strada o all’Oratorio don Bosco con gli amici. Sito in via Oratorio, fu qui che il giovane Eco prese la prima “cotta” per una bambina del luogo e dove, all’epoca di don Giuseppe Celi, strinse amicizie e si cimentò con la musica, imparando a suonare il flicorno contralto, o genis, entrando così a far parte dell’allora Banda musicale cittadina.
Il ricordo di Nizza Monferrato restò nel cuore dello scrittore. Nel 2010 tornò all’ombra del Campanòn per ricevere la cittadinanza onoraria. Frammenti dell’infanzia nicese di Umberto Eco sarebbero poi stati immortalati, con nomi e dettagli cambiati, anche se di poco, in uno dei suoi romanzi più celebri: “Il Pendolo di Foucault” ed è al personaggio di Jacopo Belbo (sì, proprio come il torrente che attraversa Nizza) che lo scrittore affidò le memorie autobiografiche d’infanzia. Il giro prosegue, nei ricordi dei giorni attuali, alla Biblioteca Comunale di via Crova 4 a lui intitolata. Nel suo interno si trovano oltre alle sue opere, anche altre ricordi della sua presenza in paese. Il giro finisce alla vicina stazione ferroviaria, nel caso si voglia tornare in treno, oppure, visto la brevità del tracciato a ritroso fino ad Alessandria.