Il toponimo di Balzola deriva dal latino “Balteum” che potrebbe derivare dalle balze del Po, facendo rifermento ad un mutamento della morfologia del territorio, in seguito allo spostamento del fiume Po; la lenta opera di erosione sulle colline adiacenti ha creato la caratteristica conformazione a “balze” attraverso il progressivo allontanarsi dalle acque.
Ma le acque da Balzola non si sono mai allontanate, in modo diverso dalle acque di piena del fiume Po, il paese è circondato dalle acque delle risaie che si estendono verso il vercellese.
Balzola è oggi senza dubbio una delle “Capitali della Risicoltura del Monferrato” pertanto non poteva che essere proposto un breve e facile giro in bici tra le strade delle risaie, alla scoperta delle più importanti cascine storiche del territorio.
La coltura del riso, che ha plasmato profondamente il paesaggio di questo territorio, rappresenta anche una grande ricchezza dal punto di vista naturale. Una ricca avifauna vi trova l’habitat ideale per nidificare e cercare il cibo, il canto delle rane riempie ancora le notti estive e le libellule e gli altri insetti legati agli ambienti acquatici popolano canali, risorgive e invasi.
Tipici abitanti delle pianure risicole locali sono gli aironi che si possono osservare mentre ricercano le prede nell’acqua o si affollano sugli alberi delle cosiddette “Garzaie”, le rumorose colonie dove possono nidificare insieme diverse specie. Aironi cenerini, Garzette, Aironi guardabuoi sono presenti tutto l’anno, mentre Nitticore e Sgarze ciuffetto arrivano in primavera. La risaia è preziosa anche per molte specie di anatre e di trampolieri che vi sostano durante la migrazione o vi nidificano, come il Germano reale, il Cavaliere d’Italia e il Combattente.
Le Cascine che si visiteranno sono ricche di storia, a corte chiusa, che rappresentano a pieno la cultura risicola di queste zone, strutture fortemente influenzate dalla villa rustica romana e dal chiostro dell’abbazia cistercense. Questa tipologia di Cascinale, anche detto da queste parti “Grangia”, è caratterizzata dalla disposizione dei fabbricati su quattro lati che racchiudono la grande aia. Era il centro dell’attività agricola e poteva ospitare trenta o più famiglie e, nella stagione della monda, raddoppiava o triplicava i suoi abitanti. Alcune, data la quantità di abitanti avevano chiese e cimiteri al loro interno. In essa si trovavano gli alloggi delle mondine e le stalle dei buoi e dei cavalli impiegati nei lavori agricoli. Oggi molte di queste cascine sono disabitate, ma segnaliamo quattro nomi di cascine ancora esistenti e meritevoli di una visita, Cascina Nuova, Cascina S. Clotilde, Cascina Cortina e Cascina Martinetta.
Si parte da Balzola, dalla piazza del Municipio, dove si può riempire la borraccia alla fontana pubblica. Volendo nella vicina piazza Caduti di Nassiriya si trova anche la Casetta dell’Acqua per acqua fresca e frizzante. Ci dirigiamo in direzione nord, passando accanto alla chiesa di San Michele. Proseguendo in corso Matteotti, si giunge in prossimità del cimitero dove, costeggiandolo sulla sinistra, si inizia una strada bianca. Qui si entra già nei paesaggi tipici delle risaie, distese di pianure coltivate, interrotte solo da qualche sporadica caseggiato che si intravede tra il “mare a quadretti”.
La strada continua pianeggiante, fino a raggiungere un crocicchio, sulla cui sinistra si trova la Cascina Nuova, contrassegnata anche da un campanile, essendo presente al suo interno una chiesetta. Tra le risaie è facile avvistare garzette, beccaccini, aironi, pavoncelle, gallinelle d’acqua e, con un po' di fortuna anche gli eleganti fagiani.
Siamo nella pace più totale, un silenzio rotto soltanto dal rumore dell'acqua che scorre nei fossi, talvolta si può udire in lontananza un trattore al lavoro.
Si prosegue in direzione nord e di lì a poco si scorge la sagoma della Cascina San Grato, conosciuta anche come "La Fola", posta a ridosso della Costa, una piccola collinetta che non necessita impegno nel raggiungerla in bicicletta.
Sulla "vetta" si gira verso destra, in direzione Rive, piccolo e caratteristico centro abitato del vercellese, che in pochi chilometri si attraversa completamente costeggiando prima la parrocchiale e poi il Castello (dimora privata).
Approfittando di qualche centinaio di metri di strade asfaltate, poco dopo il Castello, si torna su strade bianche girando a destra in direzione sud verso Balzola.
Raggiunto un crocicchio contrassegnato da una piccola costruzione quadrata (il Casot di Sasìn), si gira a sinistra verso Cascina Santa Clotilde (Valasi), cascina molto ben conservata e caratterizzata da una torre, quasi un piccolo castello in mezzo alle risaie. Raggiunto il fondo della strada si scorgere Cascina Cortina. La strada termina in un incrocio, dove si gira verso destra, ma prima di proseguire non può non destare una certa curiosità l’arco in muratura posto sull'argine del Magrelli, uno dei principali canali di irrigazione locali.
Proseguendo si costeggia la Cascina Martinetta, ampia e ben tenuta.
La strada bianca termina sulla SP 25 dove si gira verso destra, in direzione Balzola. Appena superata la centrale di smistamento elettrico si svolta a sinistra, riprendendo la strada bianca che porta in direzione Mulino Bruciato (Mulin Vuleia) e infine a costeggiare le rive del canale scolmatore della roggia Stura, nella regione Prati Avogadri (Prè di Aueri).
Giunti sulla SP 25, di fronte si può notare la sagoma del paese di Balzola, con i due campanili, quello di San Michele si è già presentato alla partenza del giro mentre al rientro in paese sarà l'occasione di passare anche dalla chiesa parrocchiale dedicata all'Assunzione di Maria Vergine. I due castelli, il Castello Fassati (Castlun) e il più moderno Castello Grignolio, gli imponenti silos della Riseria Vignola, un'eccellenza del territorio, un'azienda all'avanguardia del settore, italiano e globale. Eccoci di nuovo a Balzola: percorrendo le vie alla ricerca dei punti di interesse indicati poc'anzi avremo modo di notare sulle facciate di alcune abitazioni dei dipinti del pittore balzolese Bertazzi, raffiguranti personaggi e scorci caratteristici dell'ambiente locale.
Il percorso è privo di difficoltà, adatto a tutti, in particolare alle famiglie con bambini, visto che per lo più si svolge su strade bianche e anche gli attraversamenti di strade provinciali sono caratterizzati da scarso traffico veicolare. Può essere effettuato in ogni mese dell'anno anche se il periodo migliore è quello che va da marzo a ottobre.
A seconda del mese l'ambiente sarà connotato da un colore diverso: a marzo il marrone dei campi arati, ad aprile l'azzurro del cielo che si rispecchia nelle risaie, a maggio, giugno e luglio il verde del riso, a fine agosto e settembre, il giallo del riso maturo, a ottobre il beige della paglia rimasta a terra dopo il taglio del riso.