• Bicicletta: strada/trekking
  • Difficoltà: ***
  • Distanza: 64 km
  • Differenza altimetrica: 591 m
  • Ascesa totale: 1482 m
  • Discesa totale: 1482 m

Dal progetto della Mostra “Sui Sentieri della Libertà” promossa dall’Isral (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Alessandria) in collaborazione con Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e altri istituti storici, è nata l’idea di proporre, a questa guida per cicloturisti, i principali percorsi che raggruppino la storia della Resistenza nella provincia di Alessandria e in buona parte del Monferrato. Esistono tanti altri avvenimenti di barbarie nazifasciste avvenute in altre zone, ma qui citeremo solo le principali, tra queste la più tragica avvenuta nell’alto Monferrato, vicino le Capanne di Marcarolo, la  strage della Benedicta, avvenuta tra il 6 e l'11 aprile 1944 con un'esecuzione sommaria di 98 partigiani appartenenti alle formazioni garibaldine, compiuta da militari della Guardia Nazionale Repubblicana e reparti tedeschi. Un centinaio caddero nei combattimenti o furono fucilati a Masone, Voltaggio, al Passo del Turchino, a Passo Mezzano, a Isoverde. 206 vennero deportati (e pochissimi tornarono), circa 200 riuscirono fortunosamente a sfuggire dal treno che li portava nei lager. Anche i contadini pagarono un alto prezzo. Molte cascine furono bruciate ed alcuni di essi pagarono con la vita o furono seviziati.
Dalle vette dell’Appennino iniziamo il nostro giro, sulle “Strade della Resistenza”. Si parte da Campo Ligure, dalla Stazione FS di G. Marconi, paese di transito delle milizie e delle brigate partigiane, ed è subito salita, scalando i sentieri di un tempo, oggi stradine asfaltate, sulle cime della Valle Ponzema. Dopo 11 km. circa di salita, interrotta da qualche breve discesa, si arriva alla SP 167, dove, svoltando a sinistra, si giunge alle Capanne di Marcarolo, parco naturale. Passato il Rifugio Nido del Biancone, la Trattoria degli Olmi e la Chiesa di Santa Croce, si passa la “Cima Coppi” del giro posta a 787 mt. Dopo poco l’inizio della discesa si arriva all’area attrezzata dei resti della Benedicta. Il cascinale della Benedicta, un tempo Abbazia benedettina nel Medioevo, centro della proprietà terriera degli Spinola-Pizzorno in età moderna, nella primavera del 1944, quando terminò il grande rastrellamento tedesco e fascista sull’Appennino ligure-alessandrino, fu fatta saltare in aria con la dinamite. Oggi vi sono conservati solo i resti con pagine di memoria storica di quello che accadde. Dopo la sosta obbligata al sacrario si continua a scendere per quasi 5 km. per poi costeggiare, tra sali e scendi, il torrente Gorzente fino alla risalita al Valico Eremiti. Il tragitto ancora sale fino al km 28’ dove finalmente si ritorna a scendere fino all’abitato di Bosio. Dal paese, insignito Croce di Guerra al Valor Militare, per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale, si va in direzione di Carrosio, paese d’infanzia del comandante partigiano Giancarlo Odino, Medaglia d'Oro al V.M. (Genova 1894 - Passo del Turchino 1944) si gira e si sale verso la frazione di Pratolungo di Gavi, dove una lapide ricorda il partigiano Carlo Denegri, catturato nelle campagne tra Gavi ed Arquata Scrivia e trucidato sul posto dai nazifascisti, nell’inverno del 1944. Giunti in cima alla frazione il percorso prosegue a ritroso sulla stessa strada, questa volta in discesa e dopo 4 km corca si arriva a Gavi. Il forte di Gavi è uno tra i luoghi più significativi per la storia della provincia alessandrina e per l’evoluzione dell’architettura militare in Piemonte. Nel corso della seconda guerra mondiale, l’antica fortezza venne utilizzata dai nazifascisti come carcere militare e venne più volte assaltata dai partigiani per favorire evasioni di detenuti. Addentrandosi nell’abitato di Gavi, che si sviluppa intorno alla chiesa di San Giacomo (XI sec), giunti in piazza Dante, una lapide commemora i Martiri della Benedicta. Al cimitero comunale, un marmo ricorda i prigionieri che, nelle celle del forte, persero la vita. Si prosegue per la tappa finale, attraverso la SP 162, un tempo sentiero tra i boschi che portava verso la Val Scrivia e ora piccola strada in asfalto. Si esce dalla fitta boscaglia, un tempo luogo di rifugio partigiano, e dalla Chiesetta di Monterotondo la strada prosegue alla luce del sole fino a Novi Ligure.
Novi Ligure
, importante nodo industriale e ferroviario del Basso Piemonte, durante la guerra fu bersaglio di diversi pesanti bombardamenti degli Alleati.
Tra il 14 ed il 19 giugno 1940 bombardieri francesi arrivarono sino a Novi, colpendo l’aviosuperficie Mossi, in Strada per Alessandria. Nell’ultima fase del conflitto, i bombardamenti aerei Alleati provocarono pesanti danni materiali e numerosissime vittime tra i novesi. Il 4 giugno 1944, vennero duramente colpiti lo scalo e le officine ferroviarie. L’8 luglio, distruzione e morte nella zona della stazione ferroviaria, con il tragico bilancio di oltre 100 vittime civili.
Sono numerose le memorie di Resistenza Novese che si trovano. Seguendo sempre la traccia, alla prima sosta in piazza In piazza XX Settembre, alle porte del suggestivo centro storico cittadino, dove una lapide ricorda Mario Balustra, 19 anni, Medaglia d’Argento al Valore Militare, ultimo caduto partigiano della liberazione di Novi, ucciso in combattimento dai tedeschi in ritirata. Passata la ferrovia si arriva, tramite via G. Verdi e via Casteldragone, alla Scuola Media “Boccardo”, in via A. Ferrando Scrivia, dove un marmo ricorda i 6 partigiani caduti, armi in pugno, il 26 aprile 1945, nelle campagne di Cascina “Tuara”. Ripartiti si arriva, tramite via A. Molinari Bruno, via Concordia e via G. Verdi, al Piazzale Leoni di Liguria, alla ex Caserma Giorgi dove un memoriale ricorda i soldati italiani del 157° Fanteria “Liguria”, di stanza in città, caduti sui diversi fronti della II guerra mondiale. Aggirando il grosso fabbricato, prima da via Nizza poi da Corso Italia, si arriva ai giardini Garibaldi, in viale Partigiani, dove un monumento celebra temi della Resistenza locale. Il finale è alla Stazione FS della Città, in Piazza Falcone e Borsellino, dove poter disporre, volendo, del ritorno al luogo di partenza con biglietto + bici al seguito.