Aleramo, fondatore della dinastia dei Marchesi del Monferrato, nacque a Sezzadio nel 904 e morì a Grazzano Badoglio nel 991, dove è ancor oggi, all’interno della chiesa dei Santi Vittore e Corona, risiede la tomba. Le notizie biografiche su Aleramo sono scarse. Figlio di Guglielmo I, proveniente dalle terre di Borgogna in Francia, Aleramo è menzionato per la prima volta nei documenti quando ricevette nel 933 un feudo nei pressi di Vercelli da Ugo I Re d’Italia. Nel 955 fu investito di alcune terre dell’attuale provincia di Alessandria e Asti tra cui l’Abbazia di Grazzano, fatta costruire da Aleramo tra il 950 e il 960 sulla sommità della collina ove presumibilmente si trovava l’antico Castrum. Aleramo fu nominato marchese per intercessione della moglie Gerberga, figlia di re Berengario II.
Ma poco dopo Aleramo, scappo’ dalla moglie Gerberga e dal re Berengario II e si schierò con Ottone I, Imperatore del Sacro Romano Impero che dopo una vicenda di guerra, della quale Aleramo salvò proprio la vita dell’Imperatore, Ottone I concesse sedici corti nelle “terre esistenti dal fiume Tanaro al fiume Orba e fino alla riva del mare”, primo nucleo del nascente marchesato. Qui si narra dell’eroica Cavalcata di Aleramo quale impresa per definire il territorio che sarà terra di confine del Monferrato. Dopo che l'Italia entrò sotto il controllo diretto del Sacro Romano Impero nel 962, i titoli di Aleramo furono confermati il 21 marzo del 967 da Ottone I, Imperatore del Sacro Romano Impero e di Germania, il quale, a seguito di una romantica fuga d’amore tra sua figlia Alasia e Aleramo, concesse il matrimonio tra Aleramo e la propria figlia, nonostante l’ira per il fuggifuggi dei due concubini.
Il Marchese Aleramo morì, presumibilmente, prima del 991 venendo succeduto brevemente dal figlio Ottone I che venne a sua volta succeduto dal figlio Guglielmo III . La tradizione - non suffragata da prove documentali - sostiene che Aleramo sia stato sepolto nell’Abbazia di Grazzano da lui fondata in precedenza, nell'attuale Comune di Grazzano Badoglio (già Grazzano Monferrato). Oggi, dell’antica Abbazia rimangono la Torre campanaria romanica, il porticato della vecchia casa parrocchiale con balconcino; il chiostro e l'abside di forma ottagonale. Dal 1566 la chiesa funse da parrocchiale: l’edificio fu ampliato e consacrato nel 1580 come Chiesa dei Santi Vittore e Corona. In quell’occasione furono trasferite all’interno della chiesa le presunte spoglie di Aleramo. La tomba fu ornata con un mosaico riferibile al primo terzo del XII secolo e un ritratto di Aleramo di Guglielmo Caccia detto il “Moncalvo”.
Il percorso prende avvio da Grazzano Badoglio, da piazza Giuseppe Giacomo Cotti, che è la piazza del gioco del tamburello e dove si trova un parcheggio. La visita alla chiesa di Santi Vittore e Corona è d’obbligo: la si raggiunge da via Aleramo. Terminata la visita si riparte per via Mameli, che, proseguendo tenendo la sinistra, diventa strada sterrata fino a raggiungere, tra distese di vigneti, il paese di Casorzo. Da qui la sterrata più percorsa dai bikers della zona porta, tra panorami mozzafiato, a Montemagno, riconoscibile per la presenza di un castello dall’aspetto fiabesco. Fatto il giro della cinta del castello e dopo la visita alla chiesa dei Santi Martino e Stefano, si procede uscendo dai viottoli del paese per scendere, attraverso strade sterrate, nella valle che porta a Castagnole Monferrato. Tramite belle e panoramiche strade in asfalto, le provinciali 92 e 38 si arriva a San Desiderio per poi proseguire fino a Calliano. Dopo una breve visita nel paese del Palio degli Asini, si prosegue per strada Serra e al bivio fuori paese si tiene la destra su strada sterrata di campagna fino alle vicinanze della frazione Perrona. Qui si scende sulla SP 52 con svolta a destra e dopo 400 mt. si gira a sinistra tornando su strada sterrata. Dopo circa 3 km. si ritorna sull’asfalto nel paese di Tonco. Una sosta per riprendere fiato è indispensabile in quanto i successivi chilometri seguono una salita ripida. Si passa la frazione Casa Paletti e poi quella di Cardona, frazione di Alfiano Natta. Da qui inizia la salita, che tra i boschi giunge al punto più alto del giro, a 405 m. di altezza sui “Colli Pietrosi”, dove si trova la chiesetta abbandonata di Santo Spirito. Svettato si scende e dopo qualche saliscendi, toccando i confini di Odalengo Piccolo, si arriva a Guazzolo, paese di Elso Gabiano, ciclista professionista del team Guerra Ursus del 1953/1954 del Direttore Sportivo Learco Guerra, mitico campione del Mondo nel 1931 a Copenaghen.
Dal paese si scende per poi risalire a Castelleto Merli. Dal Paese si scende alla stazione di Moncalvo per poi salire in città, nel centro storico. Si prosegue per completare il giro uscendo dal paese attraverso via Monsignore Bolla, sulla strada che passa dal cimitero. Giunti su SP 30 si va a sinistra in direzione di Grazzano Badoglio. Dopo 600 m. si lascia la strada asfaltata per scendere a destra tra i campi e i vigneti, a seguire si risale su strada Luigi Einaudi che conduce a Grazzano Badoglio.
Il giro tocca i Comuni che hanno dato vita ad un marketing territoriale per la promozione dei vini locali che porta il nome “Nelle Terre di Aleramo”. Tra i vini della zona, particolarmente vocata per i rossi, spiccano la Barbera d’Asti, il Grignolino, il Ruchè di Castagnole Monferrato e la Malvasia di Casorzo.