• Bicicletta: famiglia/strada/trekking/mtb
  • Difficoltà: *
  • Distanza: 14 km
  • Differenza altimetrica: 20 m
  • Ascesa totale: 76 m
  • Discesa totale: 74 m

L'idea di tracciare un percorso ciclo turistico dedicato alla storia industriale di Casale Monferrato nasce dalla collaborazione tra Legambiente, Fiab Monferrato, il Patrocinio del Comune di Casale M.to e il Parco del Po e il prezioso contributo di conoscenze della Associazione “Il Cemento nell'identità del Monferrato casalese”. Lo scopo è quello di guardare la città da un punto di vista originale, godendo di una passeggiata in bicicletta affrontabile da tutti, seguendo tracce di storia e le trasformazioni che hanno plasmato Casale tra la fine del XIX secolo e il XX, nel periodo di nascita e sviluppo dell'economia industriale.
Casale Monferrato fu nel 1900 la Capitale Nazionale della Calce e del Cemento. La città ha avuto infatti il merito di essere stata la prima città italiana a sviluppare la produzione industriale del cemento, grazie alla ricchezza e alla qualità delle marne monferrine idonee, senza l’aggiunta di correttivi, alla fabbricazione del cemento naturale. I cementifici furono realizzati in Città in prossimità delle colline da cui si estraeva la preziosa marna. Fin da allora l’urbanistica di Casale Monferrato si espanse per creare le nuove zone produttive: la nascita del quartiere di Oltreponte accanto agli insediamenti produttivi lungo la strada per Torino, le nuove attività gravitanti nella zona vicino alla stazione ferroviaria con la nuova Zona Industriale, senza dimenticare il rapporto della città col fiume Po, lungo il quale si sono avvicendate attività produttive, fino alla recente riscoperta come luogo per fare attività sportive e di svago e recuperare il contatto con l'ambiente.  L'itinerario di soli 14 km. prevede 10 punti di osservazione che delineano le varie fasi industriali della Città, un tempo antica Capitale del Monferrato e in tempi più recenti tra le più importanti città del Piemonte.
Si parte dal centro Città, dal Castello dei Paleologi, dove si trova un ampio parcheggio. La direzione è verso il quartiere del Ronzone, un tempo luogo importante per la produzione industriale del cemento. Siamo in via XX Settembre, al 1° punto di osservazione e proprio all’inizio della via, un tempo chiamata “Via dei Cementi”, si possono notare i primi palazzi a sinistra con riferimenti, soprattutto sui portoni degli edifici, della presenza di sedi amministrative dei cementifici locali. Percorrendo tutta la via si giunge in via Aristide Oggero, avvocato e deputato al Parlamento dal 1874, oltre che Sindaco di Casale Monferrato. Si passa il Canale Lanza e oggi troviamo il grande Parco Eternot, 2° punto di osservazione Area bonificata è un luogo della memoria, dove, un tempo sorgeva la fabbrica dell’Eternit, industria che produsse per 80 anni di attività manufatti in cemento-amianto e che è tristemente ricordata per le tante vittime cittadine asbesto correlate. Ma l’area era anche sede dei grandi cementifici della Città, quelli che hanno primeggiato in tutto il Paese per più di un secolo. Il percorso prosegue di ritorno in via XX Settembre fino alla sosta al 3° punto di osservazione: “l’Ex Centrale di sollevamento acque Consorzio Valentino e San Germano” sulle sponde del Canale Lanza. Trattasi di un immobile storico, edificato alla fine dell’Ottocento, costituito da un ampio padiglione in muratura portante a vista, all’interno strutturato su più livelli. Al piano terreno /rialzato sono ubicati i locali a destinazione civile (l’ex alloggio del custode) e un locale deposito e gli ex uffici amministrativi. Al piano interrato è collocato l’impianto di sollevamento, costituito essenzialmente da turbine e pompe fissate su appositi basamenti mentre al piano sottotetto è collocato il vascone di raccolta dell’acqua sollevata che immette nel ponte canale collegato a tale livello all’edificio sul lato sud. Il ponte-canale, sostenuto da numerose arcate a tutto sesto, è interamente realizzato in muratura portante ed è addossato al fabbricato con accesso dal piano sottotetto. L’edificio è fiancheggiato ai lati est ed ovest da altre due “vasche” in muratura della lunghezza pari all’edificio, poste allo stesso piano del vano cantina e collegate ad esso da alcune aperture. Si prosegue dritti in via G. Cerrano fino a che, a pochi metri dall’incrocio su via Sant’Anna, si scende su percorso ciclopedonale che passa sotto il ponte sul canale Lanza per proseguire su via G. Matteotti fino alla rotonda di Via B. Buozzi dove si trova il 4° punto di osservazione al centro della rotonda: l’antico Forno di cottura del Cemento della ditta Buzzi-Unicem. Il percorso prosegue per viale Ottavio Marchino, industriale del cemento che esportò la sua attività in tutta la nazione (1883 – 1943). Qui ci aspetta per il 5° punto sosta: la Furnasetta, un reperto di archeologia industriale alto 20 mt., molto ben conservato e visibile dalla strada, oggi di proprietà della Buzzi-Unicem. L’edificio era un forno verticale, costruito da Luigi Marchino nel 1872 per la produzione di calce idraulica poi adattato nel 1912 alla produzione di cemento Portland naturale con brevetto dell’ing. Giovanni Sisto Eccettuato. Il percorso procede entrando in piazza degli Alpini, via San Giovanni Bosco e poi svolta a sinistra in corso Valentino seguendo le ciclabili fino alla rotonda poi svolta in via Luigi Buzzi per il 6° punto: la nuova sede Amministrativa della ditta Buzzi-Unicem, industria colosso nazionale nel settore cementizio. Percorrendo via Visconti, svoltando a destra per via Padre Pio, si nota un grande fabbricato dismesso: è il 7° punto di sosta osservazione, il Paraboloide. La struttura del Paraboloide interpreta a pieno le possibilità del calcestruzzo armato che, all’inizio del secolo scorso, fu riconosciuto come una delle scoperte più importanti dell’ingegneria strutturale. Esso consentì agli ingegneri di superare i limiti considerati fino allora insuperabili dalle strutture cosiddette pesanti (realizzate cioè in pietra o mattoni) sia in termini di luce coperta, sia in altezza, e raggiungere le snellezze caratteristiche delle strutture metalliche. Proseguendo il percorso sulla destra di via Padre Pio si nota un grosso fabbricato, il punto 8° di osservazione porta alla vista gli Ex Magazzini Generali della ditta Eternit, oggi dopo la bonifica totale sono sede del Polo Fieristico Cittadella dove si trovano bar e sale cinematografiche.
Il percorso prosegue e cambia il “registro industriale”, si passa dai grandi Cementifici del fine ‘800 alla più recente industria del “freddo” che in Monferrato inizia nel 1945. Un allevatore decide di sperimentare una primordiale cella, raffreddata da due compressori acquistati dall'esercito degli Stati Uniti, per conservare le carni. L’esperimento funziona e nasce a Casale Monferrato, la prima azienda del settore: Franger Frigor s.r.l., che opera inizialmente sul mercato locale. Nel 1947 la Franger inizia a imporsi sul mercato di Torino e Milano e negli anni successivi diviene una S.p.A. con una crescita costante del capitale fino al 1957 quando arriva a punte di incrementi di fatturato del 110% annuo. Nel 1957 viene fondata la Mondial Frigor s.r.l. che diviene una tra le aziende più attive sul mercato. Agli inizi degli anni sessanta l’industria del freddo si arricchisce con l’ingresso sulla scena di altre aziende e nel 1976 il Centro Studi Galileo lancia “Casale Monferrato Capitale del Freddo”. Il Distretto della filiera del freddo è oggi costituito da aziende di grandi dimensioni che hanno un ruolo di leadership nel settore anche a livello mondiale, e da una serie di aziende, la maggior parte di natura familiare, di dimensioni più piccole. Siamo nel quartiere Porta Milano, si passa il cimitero e lo si costeggia in via G. Rossa e si entra nella Zona industriale della Città. Si tiene la sinistra in via A. Grandi e poi ancora in via F. Negri e, a simbolo delle tante aziende dell’industria del freddo locali, ci fermiamo per il 9° punto: alla nostra sinistra, in fondo ad un vialetto, si nota l’elegante sede della IARP Italy, azienda nata nel 1983 in Città e fin da subito leader sul mercato con la produzione di vetrine refrigerate destinata ai produttori dei più noti brand del settore del gelato. Il percorso industriale prosegue, attraversando la Città seguendo la traccia Gpx fino al ponte sul fiume Po che porta al quartiere Oltreponte, dove nel dopo guerra fu costruita una grande struttura per dare continuità alla Casa Editrice Marietti che interruppe la produzione a seguito di un bombardamento nel 1942 durante la guerra mondiale a Torino. Agli inizi degli anni ’80 l’azienda entra in una profonda crisi economica e di orientamento. La famiglia esce di scena, ma non abbandona il mondo dell’editoria; Pietro, figlio di Annibale, fonda nel 1983 le Edizioni Piemme, cedute nel 2007 al Gruppo Mondadori. L’immobile rimane vuoto e il degrado è segno della crisi industriale. Qui, in via O. Frailich vi è il 10° punto di osservazione. Si gira l’intero quartiere per osservare le sue fasi industriali; dal boom del dopoguerra alla crisi del nuovo millennio. Il percorso termina attraversando ancora il fiume Po verso il luogo di partenza, al Castello dei Paleologi.